Di seguito l’articolo apparso su "Il gazzettino" di domenica 26 Novembre 2006 (edizione di Udine), a firma di Irene Giurovich, che parla della mia conferenza di sabato 25.
Qualcuno si cura all’estero, ma è allarme anche per gli standard di sicurezza e i prezzi negli altri Paesi |
Odontoiatri: «Da Est rischio salute» |
Materiale scadente importato anche in Friuli, la denuncia delle associazioni |
Occhio a quello che vi fate mettere in bocca. Perchè in Friuli ci sono studi dentistici di fama che utilizzano materiale, diciamo così, scadente per risparmiare: direttamente dall’est capsule, protesi – ovviamente non conformi a normative comunitarie – che si appropriano di bocche ignare del cattivo affare. A denunciare il fenomeno è il presidente dell’Aio di Udine (associazione odontoiatri), Rodolfo Zarli, che ha suggerito ai friulani come evitare di restare vittime e, soprattutto, come risparmiare dal dentista senza mettere a repentaglio la salute. Innanzitutto, meglio sempre farsi dare la documentazione che comprovi la provenienza dei materiali, ha consigliato l’esperto, durante un incontro promosso dall’Associazione mogli medici italiani con il patrocinio del Club Unesco udinese. Se l’ideale è non trovarsi con sostanze tossiche rilasciate da capsule polacche, altrettanto utile è non lasciarsi abbindolare dai ribassi propagandati nelle ultime settimane, dopo la liberalizzazione spianata dalla legge Bersani. Sul nostro territorio la corsa alla gara del prezzo più contenuto è iniziata da tempo, rende noto il presidente. Ma non tutto luccica, anzi. «Bisogna stare molto attenti, visto che si tratta quasi sempre di una falsa pubblicità: compare un tariffario vantaggioso che, però, non comprende il lavoro d’impianto, l’anestesia e magari anche le fasi successive all’operazione». Risultato: «Si rischia di sborsare persino di più rispetto a chi applica il solito tariffario».
Senza sosta i viaggi della speranza nell’Est, Ucraina in testa. «I friulani continuano ad illudersi: in Ungheria un impianto costa 2 mila euro, quando da noi si trova anche sotto i mille; inoltre si devono considerare i rischi seri di infezioni, emorragie che noi vediamo spesso, dal momento che in quei paesi il concetto di standard di qualità non coincide esattamente con il nostro». Insomma, meglio non giocarsi un Aids o un epatite, sperando di tenersi in tasca 200 euro. Si parla di prevenzione, ma "è inesistente: anche i mesi dedicati alla prevenzione sono un flop". I friulani non ci vanno perchè temono brutte notizie. Ormai è una costante: si bussa alla porta del dottor Mentadent soltanto in fase acuta e di emergenza. In media un friulano resta anche 5-6 anni senza sottoporsi a una visita. Eppure, se si effettuassero controlli regolari, ovvero annuali, lo standard sarebbe di 1-2 carie ogni tre anni. Invece, a causa della statistica dei cinque anni senza nessuno specchietto indagatore in bocca, al momento di sedersi sul lettino già scattano più di mille euro, considerati i lavori accumulati e, soprattutto, la gravità accresciuta. Ormai la classe dentistica friulana ha dovuto abituarsi a un’esigenza di massa: i pagamenti dilazionati. Quasi nessuno può permettersi di saldare tutto subito. Irene Giurovich |