Domenica 5 giugno 2011 ho vinto ai regionali a Cavallino (VE), mentre domenica 17 luglio a Lecco ho vinto il campionato nazionale! Di che? Di Sumo! Ma quale Sumo che sono magro? Robotico. Categoria Lego.
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Tra le varie attività che animano un Legofest ci sono una gran quantità di progetti cooperativi (il diorama della città ed il GBC tanto per fare un esempio) in cui ciascuno mette il suo mattoncino.
Parallelamente all’attività di espositore ci sono anche delle competizioni più o meno amichevoli per “spingere al massimo” le possibilità dei nostri amati mattoncini.
Una di queste per me è particolarmente interessante, il sumo robotico. Il regolamento spiega cos’è: “Due robot competono uno contro l’altro seguendo le regole di base del tradizionale incontro di Sumo umano. Non è permesso ai robot di usare armi né rovesciare l’avversario. L’unico scopo della gara tra i due robot è quello di spingere l’avversario fuori dall’arena”.
Quello che è importante è che il robot deve essere autonomo (quindi non radiocomandato) e soprattutto costruito solo con i Lego.
Partecipare è stimolante perché coinvolge capacità ingegneristiche nella costruzione meccanica del veicolo e capacità informatiche nello sviluppo del software (il mio è programmato in C). Il bello dei Lego è che se un robot risulta ultimo classificato si può smontare, ed imparando dai propri errori si può rimontare completamente diverso fino a risalire la classifica, al contrario di un robot metallico che “nasce e muore” senza grosse possibilità di modifiche.
Per me è un risultato inaspettato (è il secondo anno che partecipo), mi sono trovato davanti robot costruiti da veri ingegneri, ma mi piace da matti il clima che si respira: tutti collaborano e ci si diverte di più a giocare che a vincere.
Si impara moltissimo: ciascuno condivide le soluzioni che ha trovato e le idee che ha avuto, e non è detto che vinca l’idea migliore.
Ad esempio a Cavallino il robot peggio costruito (una scatola riempita di pezzi pesanti come se fosse un secchio, che pure li perdeva in giro) e peggio programmato (in due abbiamo aiutato il proprietario nel debug del software) è riuscito ad arrivare secondo in classifica!!!
Ho imparato molto grazie ai miei amici/avversari, ho sperimentato soluzioni tecniche formidabili sulla carta che invece hanno fatto acqua sul campo, ho pure fatto modifiche tra una partita e l’altra… ma cominciamo con ordine.
I partecipanti al torneo di Lecco 2011
L’anno scorso a Lecco avevo debuttato con un robot battezzato Spaghetti (visto che il SUmo leGO viene abbreviato in SUGO ho pensato che gli spaghetti ci stessero bene..).
A parte i giochi di parole, aveva delle caratteristiche tecniche molto speciali:
– Basso profilo, alto solo 6 centimetri per diminuire le possibilità di venire individuato dai sensori degli altri robot (STEALTH)
– pala anteriore “a caduta”: il robot parte con la pala in alto, fa uno scatto avanti, uno indietro e frena per far cadere la pala.
– Pala modulare: la pala è formata da una serie di “dita” che si sono dimostrate vincenti per tenere a distanza i robot con pala anteriore mantenendo le ruote a terra.
Arrivato al Legofest, ho scoperto di avere fatto una leggera confusione con la bilancia: a casa l’ho pesato in libbre anziché in chili: era il più leggero della competizione…
Dopo averlo appesantito con pacchi batterie e luci si è dimostrato competitivo nel testa a testa ma vista la mancanza di sensori a lunga distanza (solo tatto destro e sinistro) è stato preso alle spalle e spinto fuori da quasi tutti i partecipanti al torneo.
Ho avuto la magra soddisfazione di arrivare penultimo davanti al robot di un ingegnere ma ho imparato tantissimo.
Ad entrambi i Legofest del 2011 ho portato due robot: il primo l’ho chiamato Granchio perchè gli ho fatto pure le chele che si aprono e chiudono.
Punti di forza:
– Forma ottagonale: può ruotare su sé stesso anche se viene spinto dall’avversario
– Sospensioni: permettono di non perdere l’aderenza anche se viene sollevato di 4 centimetri da terra
– Testa girevole: individua l’avversario prima di partire e lo traccia durante il combattimento
– Sensori di tatto sul paraurti: per individuare e reagire ad una spinta laterale
– Ruote ad alta aderenza: in un combattimento di Sumo la spinta è molto importante
– Pannello luminoso decorativo: nero con luci lampeggianti multicolori, fa scena, piace al pubblico (i bambini tifavano per il Granchio) ed aggiunge peso per portarlo al massimo consentito
– Grande pulsante di stop: indispensabile per fermarlo facilmente se esce dal Dohyo o alla fine dell’incontro
Tempo di costruzione: più di 40 ore a tempo perso, scartando man mano diverse versioni e soluzioni tecniche, spesso ricominciando daccapo.
La galleria si trova su YouBrick: http://www.youbrick.com/v/Technic/Granchio/
Il Granchio a Lecco
Per verificare le sue prestazioni, ho cercato su internet “robot da sumo Lego”, ne ho scelto uno semplice da costruire, ho fatto le mie modifiche, in mezz’ora era pronto e… sorpresa! Ha buttato fuori Granchio pur mancando dei sensori di tatto (ho usato solo un sensore DIRPD a infrarossi ed uno di luce per il bordo)
Ho deciso di farlo decorare a Larsen che lo ha chiamato Saccocero e ci ha pure messo il pilota, poi ho aggiunto un brick luminoso per il quadro comandi come spia di funzionamento ed alla fine… è diventato il campione 2011!!!
Saccocero a Lecco
Per la cronaca, a Cavallino il Granchio si è classificato ultimo…
Per Lecco ho fatto ulteriori modifiche al granchio:
– Spostato le ruote per migliorare la spinta
– Aggiunti due motori che intervengono in caso di spinta
– Creato un accoppiamento a differenziale tra i motori per distribuire la potenza, ed il differenziale l’ho costruito nelle ruote.
– Modificato il pannello luminoso perchè fuori peso massimo
A Lecco si è dimostrato più combattivo guadagnandosi il terzo posto, nonostante il differenziale si sia dimostrata la parte più debole: si smontava quasi ad ogni combattimento!
Ora sto già pensando a Saccocero 2 e a Granchio 3: mi tocca ricominciare daccapo, perchè nel 2012 si passa alle regole internazionali che contemplano dimensioni e peso inferiori per i robot della classe Lego, ma intanto mi godo il mio momento di gloria…